Vendere vino in Corea del Sud

Al giorno d’oggi decidere di vendere vino in Corea potrebbe rivelarsi una scelta vincente. Ma prima di pianificare le tue vendite in questo mercato così dinamico, devi sapere alcune cose. Scopriamole assieme in questo articolo della nostra WEM Serena Milella. 

Vendere vino in Corea del Sud è un pensiero che viene a pochi. Quando si sente parlare di Asia, in mente arrivano subito le immagini del lontano Giappone o delle grandi occasioni della Cina.  

Non tutti sanno che la Corea è considerata uno dei mercati più attrattivi per le esportazioni di vino italiano in Asia. Infatti, questo paese non ha una propria produzione di vino, e il consumo locale di vino dipende interamente dalle importazioni.  

Continua a leggere questo articolo per sapere il perché. Ti svelerò anche come vendere vino in Corea del Sud e per quale motivo potrebbe rivelarsi una strategia vincente!  

Sei certo che la tua azienda è pronta per esportare? Non lo sai… leggi QUI.

La Corea del Sud

Vendere vino in Corea del Sud

Negli ultimi tempi la Corea del Sud è diventato un vero e proprio fenomeno mediatico a livello globale, grazie ai suoi successi nella moda, nel cinema e nelle serie tv (e perché no, anche nell’import di vino).

Chi di voi non ha mai sentito parlare della nuova serie coreana Netflix “Squid Game” o dell’universo musicale K-pop? 

Ma cosa sappiamo realmente della Corea? Scopriamo insieme la carta di identità.

A differenza della vicina Corea del Nord, la Corea del Sud è una Repubblica democratica semi-presidenziale.

La Corea del Sud è la 4ª economia più grande d’Asia, l’11ª nel mondo.

Questo dato potrebbe stupirci se pensiamo che nel corso di pochi decenni questo Paese è passato dall’essere sottosviluppato al diventare 11ª potenza economica mondiale.

Sorprendente, no?

Inoltre, la Corea è un paese ad alta tecnologia informatica ed è riconosciuto come 7º paese al mondo secondo l’Indice di educazione di sviluppo umano, secondo i dati ONU. 

Se hai voglia di conoscere di più sulla Corea, leggi QUI

Vediamo un po’ di dati

Il mercato coreano è uno dei mercati più dinamici e interessanti dellEstremo Oriente. Con i suoi 51 milioni di consumatori con reddito pro capite in costante aumento, la Corea ha sviluppato negli ultimi anni un interesse notevole per il vino di origine italiana.   

Sebbene il vino in Corea rappresenti ancora un prodotto di nicchia, come gran parte dei prodotti agro-alimentari, i suoi consumatori sono decisamente affascinati dalla cultura e dalla cucina italiana.  

Non a caso la Corea continua a registrare importanti incrementi nell’importazione di vino italiano.  

Analizzando le esportazioni di vino italiano nel 2021 in Corea, abbiamo: 

VALORE
(euro)
QUANTITÀ
(kg)
PREZZO MEDIO
(euro/kg)
QUANT. ESPORTATA IN ASIA (kg)% SUL TOTALE ESPORTATO IN ASIA
65.193.59911.434.6215,7090.475.31213%
dati analizzati tramite Coweb Istat

A primo impatto il dato di incidenza sul totale di vino esportato in Asia, potrebbe far pensare che esportare vino in Corea non sia una scelta promettente.

Tuttavia è necessario fare un’analisi più approfondita:

  • è il terzo mercato in Asia dopo il Giappone con il 36% e la Cina con il 28%;
  • la quantità di vino esportato del 2019 e del 2021 ha registrato un aumento di circa 6 milioni Kg e di circa 40 milioni di euro, nonostante il periodo di pandemia;
  • il prezzo medio di acquisto è intorno ai 5,70 euro/kg, al di sopra della media mondiale di 4,74 euro/kg (2021).

A differenza di molti altri paesi, la Corea non sembra aver risentito molto del periodo Covid, in fatto di import di vino.
Al contrario si è sviluppato un vero e proprio trend definito “drinking-alone trend” (“moda del bere da soli”), che ha visto molti consumatori coreani optare per l’acquisto di vino da degustare in solitudine durante i numerosi lockdown.  

Questo ha creato anche un’impennata delle vendite di vino online, che fino all’aprile 2020 erano proibite, e che successivamente sono state autorizzate in modo parziale, permettendo ai consumatori di ordinare e di ritirare nei più vicini punti di vendita al dettaglio.

Quali sono le preferenze dei consumatori coreani?

Tipico pranzo coreano

I coreani consumano molte bevande alcoliche incluse quelle locali.  

Negli ultimi anni il vino è diventato la bevanda alcolica più  di tendenza  soprattutto tra le classi sociali medio-alte e tra i giovani.
I coreani sono sempre più attenti al benessere e alla salute e, quindi, tendono a sostituire le bevande con alta gradazione alcolica (come il soju, un distillato coreano) con bevande con minore gradazione alcolica come il vino.  

I vini  europei sono i più apprezzati, soprattutto quelli francesi, seguiti da quelli italiani. Nella classifica dei vini più apprezzati troviamo anche i vini cileni, grazie all’ottimo rapporto qualità-prezzo, e quelli australiani, che sono avvantaggiati dalla vicinanza geografica. 

Invece, in base alla tipologia di vino, tra le preferenze dei consumatori coreani troviamo:

  • vini rossi, alle prime posizioni con il 55% degli acquisti
  • spumanti  con il 27%
  • vini bianchi  con 18%

Il prezzo medio a bottiglia resta sotto i 20 euro, anche se i consumatori coreani sono disposti a pagare in media 30 euro per bottiglia per vini di qualità.

In linea di massima, potremmo dividere i consumatori coreani in due gruppi. Il primo gruppo formato da consumatori abituali, che rimangono più sensibili al prezzo. Il secondo formato da degustatori esperti e/o appassionati, che sono sempre pronti a sperimentare le novità proveniente dal mercato estero e a spendere di più.   

I più giovani dichiarano una netta preferenza per il vino dal sapore più dolce, ad esempio il Moscato, risultante il preferito tra tutti come varietà.     

Per quanto riguarda sia i vini rossi che bianchi, i coreani preferiscono di gran lunga quelli con sentori di frutta ben percepibili.

In linea di massima, infatti, i coreani preferiscono il consumo di vini dal gusto semplicecon maggiore concentrazione di residuo zuccherino e dal sapore fruttato.

Questa preferenza viene confermata anche da noi di IAGAIN.

Nelle nostre attività di vendita, molti buyer coreani esprimono una netta preferenza per vini rossi come il Primitivo o vini rossi del sud con la tecnica dell’appassimento.

Al contrario, l’invecchiamento non è tra i gusti più apprezzati dal consumatore medio, in particolare da quello più giovane.   

Di cosa hai bisogno per vendere vino in Corea del Sud

Per esportare vino in Corea sono necessari documenti specifici. Vediamo assieme tutto quello di cui hai bisogno.  

  • Dichiarazione doganale (DAU)  
  • Fattura commerciale in 3 copie in inglese  
  • Dichiarazione di origine, con descrizione dei prodotti. In merito a questo è importante registrarsi presso la dogana per richiedere il FTA (Free Trade Agreement), un codice che viene inserito in fattura e permette agli importatori coreani di eliminare i costi doganali per l’importazione proveniente dall’Europa. Puoi leggere qui maggiori informazioni .
  • Documento di trasporto e  packing  list
  • Certificati di analisi: non sono documenti obbligatori per lo sdoganamento ma vengono richiesti dagli importatori per evitare eventuali problemi quando la merce entra nel Paese. Il vino deve essere infatti conforme agli standard locali. In caso di non conformità vi è il rischio che il vino venga rispedito al Paese d’origine. Di fondamentale importanza è l’inserimento dei seguenti parametri analitici: l’anidride solforosa e l’Acido sorbico
  • Etichetta in lingua coreana: molti importatori inviano il testo in lingua coreana ai produttori per inserire l’etichetta sulla bottiglia prima dell’imballaggio.  Questa richiesta viene spesso effettuata nei canali off-trade, quali GDO e vendita al dettaglio.

Prima di procedere con la spedizione della merce, ti consigliamo di comunicare con l’importatore, il quale ti istruirà su tutte le pratiche necessarie per lo sdoganamento, compresa l’applicazione dell’etichettatura in lingua coreana, e su tutti i regolamenti. 

L’esperienza di IAGAIN in Corea del Sud

IAGAIN, evento sul vino in Corea del Sud

È da più di 10 anni che noi di IAGAIN intratteniamo relazioni e sviluppiamo vendite sul mercato coreano.

Abbiamo avuto modo di studiare da vicino il mercato e di seguirlo nel tempo, assistendo ai diversi cambi di trend: dal periodo di acquisto compulsivo di qualsiasi tipo di Moscato alla tendenza più attuale dei vini rossi con la tecnica di appassimento (preferibilmente premiati), dalla prevalenza del vino “tutto uguale” degli imbottigliatori sugli scaffali della gdo coreana alla nascita dei piccoli importatori che scommettono sui brand di cantine familiari. 

Il consumatore coreano apprezza molto il Made in Italy, compresi i nostri vini, in particolar modo quelli pugliesi, toscani e veneti.

Noi di IAGAIN lavoriamo per vendere vino in Corea del Sud sia con i vini entry sia con i vini premium, con qualsiasi tipo di canale di vendita e con i player più importanti.

Uno dei maggiori successi di IAGAIN in Corea del Sud

IAGAIN - il caso di successo di Paradiso in Corea del Sud

Riguarda proprio l’ingresso di un vino premium.

Il vino si chiama ANGELO PRIMO, un Nero di Troia premium prodotto dalla cantina pugliese Paradiso.
La cantina si rivolse a noi nel 2018 per creare sbocchi di vendita sul mercato coreano.

Ad un primo periodo di diversi mesi di attività da remoto fatta di calling e mailing – grazie anche all’esperienza dei nostri WEM – per intercettare i profili dei buyer più appropriati alla cantina, seguì una visita programmata a Seoul per rafforzare i legami creati con gli interessati.

Facemmo visita ad una decina di buyer, ma uno di loro si innamorò letteralmente del prodotto e della filosofia aziendale, tanto da chiedere di operare in esclusiva per lo sviluppo del brand.

Per sostenere l’azione del buyer coreano, non lasciandolo da solo ad operare, venne definito un piano di marketing con la cantina.

Nel primo anno il progetto iniziò in sordina con il vino premium sopra menzionato, ma fu fatta molta attività di promozione, tra cui la partecipazione a diversi eventi locali.

Dopo un percorso di circa 3 anni, nonostante il periodo di pandemia, da 1 pallet importato si è arrivati ad ordini per container del solo Angelo Primo, oltre all’aumento della gamma di vini acquistati dalla stessa cantina.

L’interesse del consumatore coreano è tuttora in aumento, e la scalata del brand Paradiso in Corea è ancora in atto.

A cosa è dovuto questo successo?
Dando per scontata la qualità dei vini, il mercato coreano, come tutti i mercati asiatici, ha bisogno di molta pazienza, oltre ad una approfondita conoscenza delle dinamiche commerciali.
Ma, sicuramente, il motivo maggiore è l’aver dato il giusto supporto al partner locale.

Vendere vino in Corea del Sud può essere considerata una strategia vincente,

se a guidarti è IAGAIN.

E TU, VUOI VENDERE IL TUO VINO IN COREA?  

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